Il testo – La “Carta Etica” degli Enti Pubblici Territoriali

Prima ed. 2007 – a cura del Comitato Carta Etica
del Centro di Cultura “G. Lazzati” Un. Cattolica sede di Taranto

Il presente lavoro rientrava nelle iniziative previste dal programma:
“Azioni di sostegno all’implementazione del Bilancio Sociale nelle Amministrazioni Pubbliche Territoriali del Mezzogiorno”. Fu realizzato in collaborazione con:
Formez, Ministero Dipartimento Funzione Pubblica e Provincia di Taranto

Princìpi etici per chi ricopre o intende ricoprire ruoli di responsabilità
negli Enti Pubblici Territoriali

INDICE

1 – PERCHÉ UNA CARTA ETICA
2 – LA CARTA ETICA
Premessa
Princìpi etici generali
Princìpi specifici
Prima parte: Doveri degli attori politici
Seconda parte: Doveri di coloro che detengono ed esercitano il potere decisionale
3 – Diffusione e utilizzo della Carta Etica
La diffusione della cultura della trasparenza e dell’eticità
Il Comitato Etico per la carta etica: da chi è composto e suoi compiti
4 – DISPOSIZIONI FINALI E MODIFICHE
5 – APPENDICE
5.1 l’Organismo proponente ed il percorso
5.2 Il Gruppo di Lavoro che ha redatto la Carta
5.3 Il gruppo di revisione della Carta ————————————————————————————————-
1 – PERCHÉ UNA CARTA ETICA
Etica nel mondo imprenditoriale e nella P.A.
Parlare oggi di etica e di codici etici è sempre più di moda. Recenti scandali finanziari di grosse aziende multinazionali, negli Stati Uniti, in Europa e nella nostra Italia, hanno riportato all’attenzione la necessità di stabilire nuove regole o rinforzare quelle esistenti, richiedendo più forti garanzie di trasparenza al fine di assicurare corrette informazioni ai clienti-consumatori e ai cittadini e comportamenti improntati a criteri di maggiore eticità verso le popolazioni. I temi dell’eticità, della trasparenza, della correttezza, della legalità, non sono temi meno cruciali se ci spostiamo sul fronte della Pubblica Amministrazione e della Politica. Si avverte sempre più, infatti, uno scollamento ed una distanza e diffidenza fra chi amministra e chi è amministrato. Perdita di fiducia che si è alimentata in anni che hanno visto venire alla luce fenomeni eclatanti di mala amministrazione (dissesti finanziari, sindaci, direttori generali, dirigenti di P.A. inquisiti e spesso condannati) o di una politica sempre più autoreferenziale ed attenta agli interessi di parte piuttosto che al Ben-essere, nel senso più ampio possibile, di tutti i cittadini amministrati o utenti del proprio servizio pubblico.

Le fonti ispiratrici: al di là degli obblighi giuridici
Le fonti dalle quali trarre nutrimento all’impegno tra responsabili di pubbliche istituzioni e comunità amministrate sono presenti sia nell’ordinamento giuridico che nella coscienza sociale della popolazione in un determinato momento storico. La nostra attenzione è rivolta a questo momento storico. Le fonti giuridiche per una Carta Etica – che sono largamente presenti nel nostro ordinamento, a partire dall’art. 97 della Costituzione, al D. Legs.vo n.23/93 o al D. Lgs.vo n. 165/01- dimostrano l’inutilità di ulteriori documenti giuridici. L’esperienza vissuta in questi ultimi anni palesa addirittura una crescente inosservanza delle fonti giuridiche, com’è provato dal grado di sfiducia della popolazione nei confronti della classe politica italiana che ha il compito, per legge, di guidare le pubbliche istituzioni. Le Fonti quindi sono da ricercarsi nell’esigenza profonda, ampiamente diffusa e storicamente provata, che i responsabili delle pubbliche istituzioni effettivamente e concretamente tutelino i diritti di tutti gli amministrati, cerchino di analizzare e soddisfare i loro bisogni nel quadro più generale dell’interesse pubblico da anteporre a quello privato. Non un trattato, quindi, né l’illustrazione di una teoria filosofico-sociale, ma un documento snello, succinto, lineare, e perciò facilmente comprensibile, che impegni – almeno su pochi punti – coloro che si apprestano ad amministrare, o già amministrano, un Ente Pubblico, in questo preciso momento storico, a dimostrare con trasparenza il rispetto e la tutela dell’interesse pubblico.

Vivere l’impegno pubblico come impegno etico: un’assunzione di responsabilità che viene da lontano.
Non è un caso che tale strumento venga proposto dai cives di quella Tarentum che oltre duemila anni fa, nel proprio Statuto, avevano richiesto per coloro che si candidavano alla guida della città garanzie reali affinché il denaro che ” in eo magistratu pervenit eam pecuniam municipio tarentino salvam recte esse “. Quindi garanzie con il patrimonio proprio o di garanti per salvaguardare quello del municipio di Taranto.
In altri termini è lo stesso tema affrontato con strumenti diversi. Mutano solo gli anticorpi.
Coloro che aspirano ad amministrare, o già amministrano, un Ente Pubblico, con la sottoscrizione degli impegni che seguono, si obbligheranno ad accettare le conseguenze di eventuali loro inosservanze.

Una risposta dei cittadini
Le situazioni di “mala-amministrazione” rilevate in questi anni, l’evidente prevalere di interessi personali su quelli pubblici, ha spesso portato a volgere l’attenzione e le colpe prevalentemente sui politici e sugli amministratori per la manifesta carenza di rispetto dei princìpi etici, oltre che legali, riscontrati nei loro comportamenti.
Il presente progetto di costruzione di una Carta Etica ha voluto rappresentare, per i proponenti, un cambiamento di ottica e di impegno. Se c’è stata mala-amministrazione o assenza di valori lo si deve anche ad una carenza di impegno e di controllo da parte dei cittadini, che si sono spesso limitati a vaghe denunce o a manifestazioni estemporanee di indignazione. Questi i presupposti della presente Carta Etica che vuole essere, innanzitutto, una risposta propositiva di un gruppo di cittadini che avverte l’urgenza di “chiedere conto” a chi si propone di divenire (o già lo è) amministratore o responsabile di un qualsiasi servizio pubblico degli impegni assunti di fronte alla cittadinanza, dei comportamenti, degli atteggiamenti e delle scelte che vengono poste in essere nell’esercizio delle proprie funzioni di pubblici amministratori. Coloro che aderiranno ai princìpi stabiliti in questa carta si esporranno ad un impegno pubblico di coerenza nei confronti della comunità locale. Si vuole così sottolineare il fatto che qualunque persona che ricopra un ruolo di responsabilità nella pubblica amministrazione (sia esso eletto, nominato o assunto per concorso) ha l’ obbligo di esercitare le proprie funzioni nel quadro del mandato a lui affidato da tutti i cittadini, nel pieno rispetto della normativa vigente e nell’interesse primario del bene dei cittadini medesimi.

Non un altro codice formale,
ma uno strumento di lavoro e controllo

La carta etica non vuole essere un ennesimo codice etico, l’elenco di una serie di norme, da affiggere nelle bacheche o da conservare in un cassetto, ma vuole essere l’insieme di princìpi che possono concorrere a creare un nuovo stile di fare politica e di amministrare ispirandosi a valori etici che vadano anche al di là dei limiti imposti dalla legge vigente. Vuole essere, altresì, uno strumento agile che consenta all’amministratore di trarre ispirazione nel lavoro quotidiano e, nel contempo, dia la possibilità all’insieme delle persone che costituiscono la società civile del territorio di disporre di uno strumento di verifica e di controllo dell’operato di chi li amministra.

La novità: il ruolo dei cittadini
La carta etica che proponiamo corre il rischio di divenire un ennesimo strumento inefficace se non dotato di appositi strumenti di controllo dell’effettiva applicazione da parte di chi la sottoscrive. Grandi imprese coinvolte di recente in grossi scandali finanziari erano dotate di ottimi codici etici, ma questo non ha impedito loro di porre in essere comportamenti fraudolenti a discapito dei propri azionisti. Per questo abbiamo pensato che la migliore garanzia per evitare i rischi sopradescritti è quella di rendere protagonisti i cittadini o associazioni di “cittadinanza attiva”, facendoli divenire il punto di riferimento e di controllo dell’applicazione della Carta, grazie anche al coordinamento dell’organismo proponente, il gruppo di lavoro sulla Responsabilità sociale del Centro di Cultura “G. Lazzati” dell’Università Cattolica di Taranto.
Questi singoli cittadini o Associazioni non profit, assolutamente terzi rispetto ai colori politici o alle parti in causa, rappresenteranno, attraverso la costituzione di un “Comitato Etico”, lo strumento di controllo dei firmatari di questa Carta. Come descritto più avanti nel capitolo IV, questo Comitato avrà il ruolo di segnalare all’opinione pubblica eventuali comportamenti chiaramente contrari ai princìpi della Carta che il singolo amministratore abbia potuto compiere.

Non è la Panacea a tutti i problemi di mala-amministrazione
Di sicuro la presente Carta Etica non vuole rappresentare la risoluzione dei problemi etici che hanno afflitto e che interessano l’attuale sistema di amministrazione pubblica e gli stessi amministratori, ma di sicuro vuole essere un’inversione di tendenza, un inizio di un cammino rinnovato che coinvolga chiunque sia già amministratore o che si voglia candidare ad esserlo.
La Carta Etica infatti, se affiancata da altri strumenti di Rendicontazione Sociale –quale il Bilancio Sociale- può garantire ai cittadini una maggiore trasparenza amministrativa, una migliore comprensione dei meccanismi della Pubblica Amministrazione e delle decisioni prese, ed un progressivo riavvicinamento dei cittadini-amministrati-utenti a coloro che amministrano grazie ad un maggiore coinvolgimento nella gestione della Cosa Pubblica.

2 – LA CARTA ETICA
Premessa
La presente Carta etica quindi, non si pone quale strumento alternativo o sostitutivo della vasta legislazione vigente o dei regolamenti interni o statuti delle varie P.A., dette norme o regolamenti già ampiamente disciplinano sia i diritti, sia i doveri degli amministratori, sia le norme disciplinari e le relative sanzioni per coloro che dovessero infrangere i doveri stessi.
La Carta Etica si pone al di là degli obblighi di legge e rappresenta uno strumento volontario che ciascun amministratore, o candidato amministratore, può sottoscrivere quale suo impegno personale di fronte alla collettività.

Finalità
La Carta etica ha le seguenti finalità:
1. essere uno strumento che faciliti un cambiamento culturale del territorio volto a diffondere i princìpi dell’etica, della trasparenza nelle Pubbliche Amministrazioni e della rendicontazione sociale ai cittadini.
2. essere uno strumento di riferimento e confronto per coloro che ricoprono o intendono ricoprire ruoli di responsabilità all’interno della Pubblica Amministrazione.
3. contribuire a migliorare la politica amministrativa attraverso una maggiore trasparenza, legalità e responsabilità sociale.
4. divenire, una volta sottoscritto da un singolo amministratore o da un’intera amministrazione, un impegno concreto, un patto etico stipulato con i cittadini/amministrati/utenti del territorio di riferimento;
5. essere uno strumento in mano ai cittadini per verificare la conformità dei comportamenti amministrativi di chi avesse sottoscritto la Carta Etica con i princìpi in essa contenuti.
6. costituire, attraverso il Comitato Etico previsto dalla Carta, uno strumento di controllo dell’osservazione dei princìpi etici sottoscritti da parte di quegli amministratori che dovessero palesemente e reiteratamente, per motivi diversi, venir meno agli impegni presi.

Destinatari
Destinatari di questa Carta Etica sono tutti coloro che per qualsiasi motivo (elezione o nomina) svolgono, o si propongono di svolgere, un ruolo di responsabilità all’interno della Pubblica Amministrazione (ad esempio Sindaci o candidati sindaci, Assessori, consiglieri comunali, direttori generali, dirigenti, di enti pubblici territoriali: regioni, province, comuni, ASL, ecc.)

Campo di applicazione
La presente Carta etica ed i princìpi etici in essa contenuti si pongono quale campo di applicazione gli Enti Pubblici Territoriali, quali Regioni, Province, Comuni, ASL, che ricoprono, quale proprio ambito di azione e di riferimento, un preciso territorio e le persone che in esso vi abitano.
Restano pertanto esclusi quegli altri Enti Pubblici che pur appartenendo al Settore Pubblico non rientrano fra quelli sopra citati (es. Scuole, Università, Aziende pubbliche ex municipalizzate, ecc).
Questo non vuol dire che anche questi Enti non potranno trovare, nella presente Carta Etica, validi spunti per una propria specifica applicazione.
Sarà, comunque, oggetto di un prossimo studio e successiva pubblicazione di questo GDL, un adattamento della stessa Carta per questi altri Enti Pubblici.

Princìpi etici generali
Costituiscono princìpi etici generali i princìpi di responsabilità, trasparenza, correttezza, imparzialità, efficienza, spirito di servizio, sviluppo sociale, valorizzazione delle risorse umane, rispetto della disciplina di bilancio e finanziaria.

Responsabilità
I comportamenti di tutti i destinatari del presente codice non possono prescindere dal rispetto delle leggi e devono essere ispirati all’etica della responsabilità, per cui in nessun caso è ammesso perseguire o realizzare un interesse in violazione delle leggi e dei princìpi etici. I destinatari garantiscono pertanto, un esercizio diligente, trasparente e motivato delle loro funzioni ed il rispetto della missione dell’amministrazione loro affidata.

Trasparenza
Il princìpio di trasparenza si fonda su veridicità, accuratezza e completezza dell’informazione sia all’esterno che all’interno dell’amministrazione. Ci si impegna, perciò, a fornire le informazioni in modo chiaro e completo, con una comunicazione facile e di immediata comprensione, sviluppando ogni misura che vada a favore della diffusione di informazioni sulle proprie competenze, sull’esercizio delle proprie funzioni e sul funzionamento dei servizi che si trovano sotto la propria responsabilità. Per questa stessa ragione, i destinatari di tale codice si asterranno dall’ostacolare un controllo motivato dell’esercizio delle loro funzioni da parte delle autorità di controllo interno o esterno competenti. Inoltre, in quanto responsabili nei confronti della popolazione locale, esse abbineranno ad ogni decisione (fare o non fare) una motivazione circostanziata.

Correttezza
Implica il rispetto dei diritti, anche sotto il profilo della privacy e delle opportunità, di tutti i soggetti che risultino coinvolti nell’attività dell’amministrazione. Ciò impone anche l’eliminazione di qualsiasi situazione che crei discriminazione e di ogni possibile conflitto di interessi. Perciò, nell’esercizio delle loro funzioni, i destinatari del presente codice etico, perseguiranno l’interesse generale e non quello personale -diretto o indiretto- o l’interesse particolare di persone o gruppi di persone.

Imparzialità
Adoperarsi per favorire l’accesso di ogni utente ai servizi, superando ogni discriminazione legata alle risorse finanziarie da essi possedute, al genere o all’area geografica di provenienza.

Efficienza
Assicurarsi che in ogni attività venga realizzata l’economicità della gestione delle risorse impiegate e l’impegno ad offrire un servizio adeguato. Impegno per la difesa e la tutela del Patrimonio Pubblico.

Spirito di servizio
Implica che i destinatari del presente codice siano sempre orientati, nei propri comportamenti, all’obiettivo di fornire un servizio di alto valore sociale e di utilità alla collettività, la quale deve beneficiare dei migliori standard di qualità alle più eque condizioni economiche e senza alcuna arbitraria discriminazione.

Sviluppo sociale
I destinatari del presente codice devono essere pienamente consapevoli della incidenza delle proprie azioni sullo sviluppo economico-sociale e sulla qualità della vita del territorio di riferimento ed adoprarsi per incoraggiare e sviluppare ogni provvedimento volto a favorire un miglioramento dei servizi di cui sono responsabili.

Valorizzazione delle risorse umane
Le risorse umane rappresentano un fattore fondamentale per lo sviluppo e per la crescita delle attività amministrative, pertanto vengono tutelate e promosse le attività di crescita professionale allo scopo di accrescere il patrimonio di competenze possedute dall’amministrazione.

Formazione continua
Adoperarsi per favorire la crescita individuale delle risorse umane attraverso la conoscenza dei princìpi e delle norme etiche contenute nella presente carta etica, approfondite mediante corsi destinati a funzionari e dipendenti.

Rispetto della disciplina di bilancio e finanziaria
Le situazioni contabili ed i bilanci devono rappresentare fedelmente i fatti di gestione (economica, patrimoniale e finanziaria) secondo criteri di chiarezza, veridicità e correttezza, a garanzia della buona gestione del pubblico danaro.

Princìpi specifici
Prima parte: Doveri degli attori politici

I cittadini
1. I cittadini esprimeranno la loro partecipazione attiva e responsabile, attraverso l’esercizio del diritto di voto, rivolgendo la loro preferenza a chi dia garanzia di tutela del bene pubblico e non anteponga favori e richieste personali all’interesse collettivo.

I candidati ad amministrare
2. Il candidato imposterà e effettuerà la sua campagna elettorale spiegando e diffondendo il proprio programma politico o di mandato nella piena trasparenza e nel rispetto degli altri competitori, esimendosi dal condurre attacchi personali basati sulla vita privata di questi ultimi.
3. Il candidato non chiederà o non accetterà alcuna contropartita a una desistenza o a un appoggio.
4. Fermo restando quanto stabilito dalla normativa vigente in termini di cause ostative all’eleggibilità o candidatura, sospensione o decadenza, ineleggibilità, ecc. riportate nel Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” (artt 58 e ss.), per rispetto dei princìpi etici ispiratori di questa carta non potranno candidarsi o dovranno rinunciare alla propria carica pubblica coloro che ricorrendo nelle fattispecie previste dai sopra citati articoli siano stati condannati anche con sentenza penale di primo grado non passata in giudicato nei cinque anni precedenti la data di elezione o nomina.
5. Se il candidato è espressione di un partito politico, di una coalizione o di una lista civica, e sottoscrive gli impegni previsti dalla presente Carta etica, in caso di grave e reiterata violazione della stessa, sarà compito della direzione del partito, del gruppo dirigente della coalizione dei partiti o della lista civica di procedere all’estromissione della candidatura del proprio rappresentante o di richiederne le dimissioni in caso di avvenuta elezione.

Seconda parte: Doveri di coloro che detengono ed esercitano il potere decisionale

Disposizioni applicabili ai candidati eletti o ad altre persone che svolgono ruoli di responsabilità e decisionali all’interno della PA:
6. Si asterrà dall’esercitare altri incarichi politici o lavorativi che impediscano di esercitare adeguatamente il proprio mandato, o che palesino conflitti d’interesse con il proprio ruolo di pubblico amministratore, accettando solo le funzioni che egli potrà effettivamente e convenientemente assumere, evitando ogni accentramento di potere.
7. Si impegnerà a scegliere i collaboratori che potranno assisterlo efficientemente ed efficacemente nell’esercizio del suo mandato, avendo cura che nel corso dello stesso non si reclutino membri della propria famiglia per incarichi di lavoro presso l’Ente per il quale si esercita la funzione di pubblico amministratore o per gli enti a questo collegati.
8. Dimostrerà assiduità di presenza ai consigli e alle commissioni e ad ogni assemblea deliberante cui è chiamato in virtù del proprio incarico o ruolo.
9. Rifiuterà ogni dono che non sia di natura meramente simbolica.
10. Manterrà e approfondirà le sue conoscenze e le sue competenze al fine di esercitare al meglio il suo mandato.
11. Non utilizzerà il dovere alla formazione professionale propria, o dei subalterni, per finalità differenti dalla crescita culturale e professionale.
12. Rendiconterà il proprio operato ai suoi interlocutori (cittadini, amministrati, organi di controllo, dipendenti dell’amministrazione pubblica, ecc.) con regolarità, trasparenza e chiarezza, privilegiando l’utilizzo di quei processi di rendicontazione sociale che favoriscano la comunicazione dei risultati e della ricaduta sociale del proprio operato e che coinvolgano, gli stessi interlocutori, nella valutazione dei risultati medesimi.
13. Si asterrà dall’esercitare le proprie funzioni o utilizzare le prerogative provenienti dalla propria carica per favorire interessi di alcuni individui (singoli o gruppi) o per mero interesse personale.
14. Si asterrà dall’utilizzare le risorse messe a disposizione dalla comunità per maggiorare spese non direttamente connesse alla sua funzione ed operato.
15. Non farà acquistare dalla comunità che rappresenta degli spazi pubblicitari nei giornali politici, non aumenterà le spese di comunicazione nell’approssimarsi delle elezioni.
16. Rispetterà la disciplina di bilancio e finanziaria, e si sforzerà di contenere le spese di funzionamento della pubblica amministrazione secondo quei criteri definiti dalle leggi nazionali, regionali e locali.
17. Al fine di garantire la corretta gestione economico-finanziaria delle attività dell’amministrazione in cui opera, nella fase conclusiva del suo mandato si adopererà perché sia assicurata la copertura delle spese per l’intero esercizio futuro e non solo fino alla data di scadenza del proprio mandato politico.
18. Nella fase conclusiva del proprio mandato o carica si asterrà dal prendere decisioni politiche che assicurino a sé o ad un membro della propria famiglia un vantaggio personale o professionale, oppure un incarico lavorativo presso il proprio Ente, presso Enti collegati allo stesso o presso imprese che abbiano avuto rapporti contrattuali con lo stesso Ente nel corso del proprio mandato.

3 – Diffusione e utilizzo della Carta Etica

La diffusione della cultura della trasparenza e dell’eticità
L’Organismo proponente , si propone fra i suoi scopi quello di promuovere nel territorio un cambiamento culturale volto a diffondere i princìpi dell’etica, della trasparenza nelle pubbliche amministrazioni e della rendicontazione sociale ai cittadini. In quest’ottica si pone l’obiettivo di diffondere la presente Carta Etica e di promuoverne l’utilizzo da parte di singoli amministratori (candidati o già eletti) o di intere pubbliche amministrazioni (consigli comunali, provinciali, ASL, ecc.).

Il Comitato Etico per la carta etica: da chi è composto e suoi compiti

A tale fine l’Organismo proponente si prefigge di promuovere la creazione di un “Comitato Etico” aperto a tutte le persone che, interessate dallo spirito e dai princìpi ispiratori della Carta Etica, vorranno parteciparvi.
Tale Comitato, a partecipazione volontaria e senza fini di lucro, sarà composto per la maggior parte da persone che liberamente vi aderiranno e per una minoranza da rappresentanti autorevoli della società civile: cioè da personalità locali che per storia, ruolo pubblico o esperienza pregressa garantiscano la necessaria autorevolezza e competenza al Comitato medesimo.

Il Comitato etico si costituirà come Associazione libera di cittadini e volgerà le funzioni di una sorta di Fondazione Etica di partecipazione il cui patrimonio da difendere sarà proprio la trasparenza, la salvaguardia del benessere di tutti gli amministrati-cittadini ed il rispetto dei princìpi etici contenuti nella presente Carta da parte di coloro i quali la dovessero pubblicamente sottoscrivere o, comunque, farla propria.
Tale Comitato etico si doterà di un proprio statuto e di organi direttivi, che faciliteranno il raggiungimento delle sue proprie finalità.

In questo senso saranno compiti del Comitato:
– Raccogliere le adesioni (sottoscrizioni di impegno) della presente Carta.
– Osservare e verificare il rispetto e la coerenza dei comportamenti di coloro che la sottoscriveranno.
– Pubblicare un Rapporto o Osservatorio periodico sul rispetto della Carta Etica e su i suoi impatti sulla società civile .
– Approvare le modifiche della Carte Etica

4 – DISPOSIZIONI FINALI E MODIFICHE
Della modifica o adeguamento della carta etica
1. La carta etica potrà essere aggiornata per adeguarla alle mutate condizioni socio-politiche che potranno avvenire nel tempo.
2. Le modifiche devono essere apportate dal Comitato Etico o comunque approvate dallo stesso qualora si rendesse necessario un adeguamento della Carta alle esigenze di una particolare Amministrazione Pubblica che la volesse sottoscrivere.

5 – APPENDICE 5.1

5.1  l’Organismo proponente ed il percorso:

Il gruppo di lavoro sulla Responsabilità Sociale
Il gruppo di lavoro (GDL) sulla Responsabilità Sociale del Centro di Cultura per lo sviluppo del territorio “G. Lazzati” dell’Università Cattolica di Taranto, è un Organismo senza alcuna finalità di lucro che si pone quale obiettivo principale di divenire uno dei punti di riferimento locale sulle tematiche della Responsabilità Sociale pubblica e d’impresa e sui temi dell’etica, dei valori collegati al mondo del lavoro, della politica e della pubblica amministrazione. Nato nel Febbraio 2006, s’inserisce nel quadro delle attività del Centro di cultura in parola, e va a costituire un ulteriore dipartimento sempre in collegamento con l‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con le facoltà ed i dipartimenti che si occupano delle tematiche della Responsabilità Sociale (d’impresa e pubblica).

Esso si pone i seguenti obiettivi:
1. Sviluppare competenze sul territorio sulle tematiche della Responsabilità Sociale attraverso percorsi di ricerca e di studio in collaborazione con i professori, i dipartimenti e le facoltà dell‘Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di altri presìdi universitari;
2. Far crescere e sviluppare la cultura della Rendicontazione Sociale, dell’etica e della trasparenza amministrativa nel territorio;
3. Realizzare percorsi e progetti informativi-formativi rivolti in particolar modo ai rappresentanti delle pubbliche amministrazioni sulle tematiche della Rendicontazione Sociale, dei Bilanci Sociali e di Missione e su altre tematiche collegate alla Responsabilità Sociale;
4. Farsi promotore, con le realtà del “Terzo Settore” presenti sul territorio, di un cambiamento culturale incentrato sulla Responsabilità Sociale dei Cittadini (cosiddetta Responsabilità sociale dal basso) fornendo informazioni, e momenti formativi a tutte le associazioni, movimenti di cittadini che si vogliono proporre in maniera attiva e partecipativa quali “controllori” dell’operato delle pubbliche amministrazioni;
5. Divenire un punto di riferimento locale per lo sviluppo di progetti di ricerca e di approfondimento sulle tematiche della Responsabilità Sociale offrendo il frutto di tali ricerche e studi alle realtà politico-amministrative presenti sul territorio della provincia di Taranto e della Puglia (enti locali, aziende a partecipazione pubblica, ASL, ecc.).

È un gruppo di lavoro aperto alla collaborazione e partecipazione di tutte le persone che:
• hanno maturato la necessità di proporre un cambiamento di mentalità all’attuale gestione della cosa pubblica riproponendo stili e modalità di amministrazione centrati sull’eticità, la trasparenza e sull’effettivo ben-essere delle persone (e non solo cittadini) presenti sul territorio.
• avvertano la voglia di sviluppare percorsi di approfondimento e di ricerca finalizzati ad offrire un’alternativa percorribile alla gestione della pubblica amministrazione fondata sui valori citati al precedente punto;
• che ritengono utile ed urgente un impegno di cittadinanza attiva; • che hanno capito che non ci può essere effettivo sviluppo economico del territorio (locale o nazionale) senza un’attenzione crescente alla sostenibilità ambientale (sostenibilità ambientale delle imprese) ed alla ricaduta sociale dei comportamenti delle imprese (Responsabilità sociale d’impresa);

Il Percorso per la costruzione della Carta Etica
Nella costruzione di questa Carta Etica il GDL ha scelto di attuare un percorso scientifico basato su tre principali passi:
1. l’Analisi,
2. la Verifica e “Customizzazione”
3. la Redazione.

La fase di Analisi è stata sviluppata su due livelli: un primo di tipo induttivo, partendo appunto dall’osservazione dei fenomeni di mala-amministrazione che hanno afflitto la Puglia, ed in particolare la Provincia Jonica ed un secondo di osservazione e comparazione di tutte le esperienze di carte etiche o codici etici sviluppati in Europa e in Italia con particolare riferimento a quelli sviluppati per il settore pubblico. Nel primo filone di analisi si sono analizzati i principali reati amministrativi o penali o comunque tutti quegli atteggiamenti considerati se non illegali sicuramente poco etici posti in essere dai nostri amministratori pubblici negli ultimi 20-25 anni. Da quest’osservazione si sono evidenziati i “default” più ricorrenti in modo da studiare quali potessero essere le “contromosse” più efficaci i termini di princìpi etici da dover rispettare al fine di prevenire, nel futuro, analoghi comportamenti ed evitare così drammatiche conseguenze per la collettività. Nel secondo filone di analisi si sono approfondite le altre esperienze di carte etiche sviluppate e si sono raccolte decine di validi percorsi, sviluppati da Enti pubblici territoriali (Regioni, Province, Comuni) o da aziende a partecipazione pubblica (ex municipalizzate) o altri enti pubblici.

La fase di Verifica e “Customizzazione” è servita a mettere insieme i due livelli di analisi. Vedere cioè da un lato le principali carenze avutesi nel sistema amministrativo Jonico e quanto questi atteggiamenti poco etici fossero trasversali o meno nelle altre esperienze Italiane o Europee.
Dall’altro lato si è partiti, con un percorso di successivi raffinamenti, ad individuare i princìpi etici di carattere generale o specifico che meglio riuscissero a ovviare alle carenze etiche del nostro territorio.
In questa fase sono stati messi a punto anche gli strumenti di controllo, rivelatisi indispensabili per evitare rischi di autoreferenzialità o di inefficacia dello strumento Carta Etica.

Infine nella terza fase redazionale si è scelta la struttura del documento, la sua impostazione, il linguaggio, puntando sull’obiettivo di volere realizzare uno strumento agile (non prolisso), ed insieme concreto e di facile controllo.
Insomma ci si è prefissi di realizzare uno strumento che rifuggisse dai due eccessi: un insieme di princìpi talmente generici da rendere difficile l’individuazione di qualsiasi mancanza di applicazione degli stessi princìpi e di conseguenza impossibilità di controllo; o, viceversa, una carta etica vista come un insieme di una miriade di princìpi e doveri, che rendessero difficile sia l’osservanza da parte del firmatario sia la copertura di tutte le possibili casistiche di comportamenti eticamente illeciti.

5.2 Il Gruppo di Lavoro che ha redatto la Carta
Dott.ssa Silvia Biondo
Dott. Cosimo Cazzato
Prof.ssa Saria Dello Russo
Prof. Nicola Duma
Dott. Michele Fiore
Dott.ssa Simona Internò
Dott. Alessandro Martucci
Dott. Vincenzo Mercinelli
Rag. Luigi Nuzzi
Sig. Alessandro Pensa
Dott. Alessando Scaligine
Dott. Pierpaolo Terlizzi
Avv. Enrico Viola

5.3 Il gruppo di revisione della Carta
Prof. Domenico Maria Amalfitano – Presidente Centro di Cultura “G. Lazzati” Un. Cattolica sede di Taranto
Prof.ssa Mariangela Turco – Centro di Cultura “G. Lazzati” Un. Cattolica sede di Taranto
Dott.ssa Maria Ernesta Silvestrini – Giornalista
Prof. don Antonio Panico – Coordinatore e Direttore Amministrativo del Corso di Laurea in Servizi Sociali della LUMSA – Taranto
Dott. Michele Conte – Presidente Autorità portuale Taranto
Don Emanuele Ferro- Direttore Nuovo Dialogo

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